Ho studiato giornalismo su Second Life.
Cronache, impressioni e stimoli da un laboratorio online
di Capriccio Kaniuk
Second Life non solo per gioco e divertimento ma anche per l’insegnamento e la trasmissione del sapere. Quello del giornalista è un mestiere artigianale che si trasmette di generazione in generazione, le cui capacità si affinano dentro e fuori le redazioni e con tanta esperienza sul campo. Oggi, di corsi di giornalismo ne esistono tanti ma l’esperimento condotto dal coordinatore editoriale di Apogeonline Sergio Maistrello, con il corso di giornalismo sull’isola della UnAcademy in Second Life, segna l’eliminazione di un confine tra il virtuale e il reale nella didattica odierna della materia. Sul tetto della UnAcademy, una vera e propria classe di appassionati di tecnologia e di cultura digitale si sono riuniti pertutto il mese di maggio, ogni giovedì sera dopo cena, per discutere di tecnologia, strumenti del mestiere e delle corrette modalità per scrivere un buon pezzo giornalistico.
“Divertente oltre che istruttivo. Non mi era mai capitato di trascorrere delle serate apprendendo e riflettendo su tematiche di mio interesse per piacere, passione e mestiere” ha dichiarato la giornalista e blogger napoletana Francesca Ferrara, rappresentata dall’avatar Capriccio Kaniuk . “L’esperienza vissuta alla Conference Hall della UnAcademy sicuramente costituisce un ammontare di tempo trascorso in maniera proficua ed utile non solo dal punto di vista del dibattito ma anche e soprattutto dal punto di vista didattico“– ha sottolineato la giornalista a fine lezione giovedì 5 giugno. “Utilizzare una piattaforma come Second Life per organizzare seminari, incontri, dibattiti di natura culturale o ludico-creativa costituisce, senza alcun dubbio, una forma di uso intelligente degli strumenti che la rete e la tecnologia ci mette a disposizione”.
L’ultima lezione, di un ciclo di quattro incontri, si è tenuta giovedì scorso alle 21,30 presso la Conference Hall, terrazza panoramica della UnAcademy, l’Accademia non convenzionale della Cultura Digitale fondata da Giuseppe Granieri a.k.a. Juniriko Jun. L’iniziativa ha riscosso un notevole successo. Molti i partecipanti ad ogni appuntamento, meno i mandatari dei compiti assegnati ma l’esperimento didattico, sociologico e comunicativo è riuscito con una media di venti persone per lezione, attirando anche l’attenzione della stampa di settore a livello nazionale con un articolo di Alessandro Longo apparso il 29 maggio su Nòva, inserto tecnologico del giovedì de Il Sole24Ore.
Alla domanda “Cosa ti è rimasto di questa esperienza?” Francesca Ferrara risponde: “Questo corso di giornalismo non è legato alla materia in sé. Per me, è stata anche occasione di entrare a far parte di un mondo molto più che semplicemente virtuale: tridimensionale. Manifestarmi con il mio avatar non per puro divertimento ma per qualcosa che ho ritenuto non solo brillante ed entusiasmante ma soprattutto innovativa come idea mi ha dato la possibilità di unire l’utile al dilettevole: affinare le capacità di scrittura per il settore tecnologico e prendere coscienza delle potenzialità di Second Life. Non da meno, l’aver avuto mododi conoscere gente interessante e con interessi in comune: uno su tutti la cultura digitale”.
Gli argomenti trattati durante i vari appuntamenti sono stati riproposti e pubblicati sotto forma di slides, Insieme agli articoli di esercitazione, a tema libero e non, sul blog del corso, utile strumento di partecipazione collettiva e di riferimento tra una lezione e l’altra.
La piattaforma tridimensionale multi-utente, creata dalla società americana Linden Lab nel 2003, ha già collezionato al suo attivo molte relazioni con il reale, basti pensare ad alcune scene girate nel meta-mondo per il video “Bruci la città” di Irene Grandi o i progetti realizzati dalle istituzioni come la Provincia di Roma e di Vicenza o del primato della Toscana che è la prima regione italiana ad essere sbarcata in Second Life. Anche l’Istruzione universitaria si è avvalsa della piattaforma per scopi educativi, formativi e didattici, basti pensare alle più note Harvard e Oxford. Da poco, sbarcati anche gli istituti di lingua straniera come il British Council e l’Instituto Cervantes, ognuno con la propria isola. In questo scenario, il corso di giornalismo on line, realizzato anche grazie alla Facoltà di Sociologia Corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, ha costituito un’altra piccola conquista nel panorama della didattica moderna e della trasmissione del sapere e della conoscenza e comunicazione della cultura digitale.
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