L’informazione passa anche perTwitter e i suoi 140 caratteri
di Capriccio Kaniuk
Riprendendo il concetto dei 160 caratteri di un sms, restringendo la lunghezza a 140, il contenuto del messaggio che ogni utente, una volta creatosi il proprio account su Twitter, lancia in rete, può spaziare in una vasta gamma di intenti: dalla comunicazione di uno stato d’animo o di una attività che si sta svolgendo, oppure la segnalazione di un post e link di aggiornamento del proprio blog. Scopo: rendere più immediata la conoscenza di un qualcosa, che è stato appena posto in rete e di cui si ritiene utile la condivisione.
Non è da meno o insolito che avvenga, con lo stesso sistema, anche la distribuzione del lancio di una notizia.
Le redazioni che hanno compreso l’uso di una piattaforma di microblogging come Twitter in tutto il mondo, non sono tantissime ma non sono neanche poche.
Ponendo nella stringa di ricerca la parola chiave ‘NEWS’, il sistema segnala ben 133 pagine per un totale di 2652 accounts iscritti come users che, non solo contengono quella parola, ma che sono delle vere e proprie redazioni on line, cartacee, radiotelevisive, sparse in tutto il mondo,che lanciano,in 140 caratteri, la segnalazione di una nuova notizia, eventualmente da approfondire, visitando la pagina di pertinenza indicata dal link suggerito.
Per la keyword “TV” il dato ottenuto è di 2631 risultati, mentre per
“RADIO” si parla di 1218, tra emittenti professionali, amatoriali e web
(tutti i dati sono aggiornati al 20 maggio 2008).
In Italia, l’uso di Twitter non è ancora molto diffuso.
Le redazioni che maggiormente fanno un uso costante della piattaforma di microblogging (solo per citarne alcune, tra le più seguite dagli utenti italiani sono: CNN, Google News, SkyTg24, Sky Cinema, Radio 105, N3TV.
Alla luce di ciò verrebbe da cercare l’account del Corriere della Sera, oppure de Il Giornale, o de L’Unità ma il sistema non restituisce alcun risultato in merito, mentre se si cerca laRepubblica, ne abbiamo uno, ma con all’attivo un solo twit (ovvero un cinguettio o messaggio) che risale a tre mesi fa: ”senza governo? non ce ne siamo accorti” e nel previous profile l’annuncio: ”Anche Repubblica ha il suo twitter”.
Scherzo o debole tentativo da parte di un redattore di far passare l’informazione anche attraverso il microblogging? L’autenticità dell’esistenza di questo account, per la testata giornalistica multimediale, attualmente considerata la numero uno del panorama editoriale italiano,è da verificare ma, nel frattempo, può rendere l’idea di come sia ancora difficile l’integrazione di tutti gli strumenti definiti “2.0” con vecchi approcci, ancora reggenti, del fare informazione e del “distribuirla”, anche attraverso canali di comunicazione concettualmente diversi, dai precedenti, ed innovativi.
Un uso integrato dei social networks o delle piattaforme di microblogging, con almeno un paio di redattori responsabili per redazione, permetterebbe un potenziale raggiungimento di lettori che, tendenzialmente legati al web, potrebbero ‘rimbalzare’ alla lettura del cartaceo.
Operazione che si potrebbe tradurre anche in un incremento nelle vendite delle copie. Dall’altro lato, il ricevere un ‘twit’, in real time, che lanci la notizia o il suo aggiornamento, mentre si sta svolgendo tutt’altra attività che la lettura delle news on line, aiuta a seguirne sviluppo ed evoluzione. Il monitoraggio da parte dell’utente avviene dopo che egli si è iscritto al twit-account della testata giornalistica come follower. Da quel momento in poi, ogni qualvolta un redattore lancerà il suo twit-news in rete, esso giungerà contemporaneamente a tutti i followers nel sistema di notifica adottato come ad es.: TwitBin che si integra con il browser, così da poter navigare e contemporaneamente monitorare il roll delle segnalazioni.
Un uso costante da parte dei redattori, per il monitoraggio della rete, degli strumenti 2.0 esistenti, sicuramente aiuterebbe a diminuire la distanza tra lettore tradizionale e settoriale, affezionato al cartaceo e alla tv e lettore on line o l’ascoltatore radiofonico. Si potrebbe parlare, non solo per le fasce d’età più giovani, di un lettore globale, ovvero di un lettore che sappia interfacciarsi, in una modalità integrata, con qualsiasi strumento e tipologia di acquisizione, consultazione e approfondimento incrociato della notizia.
Robert Cailliau, padre fondatore, insieme a Tim Berners-Lee del World Wide Web, non appena una decina di anni fa sottolineò: <<l’uso sociale del web era previsto fin dalla sua prima incarnazione>> (Apogeonline.com), e che per “web 2.0” non s’intende una tecnologia ma, bensì, il tipo di approccio all’uso della rete e dei suoi strumenti, sempre più in continua e veloce evoluzione.
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