Prosegue la tessitura della tela delle nostre attività con le prime impressioni ed un racconto della prima unConference.
L’unConference di Mario Gerosa (aka Frank Koolhaas) si è svolta all’imbrunire di SecondLife nella terrazza all’ultimo piano dell’unAcademy, uno spazio lounge nel quale vengono ospitati incontri di ampio respiro che approfondiscono la natura di questo mondo lasciando spazio alle conversazioni tra avatar.
L’incontro era previsto alle 10:00 ma molti Avatar si sono presentati volando e teletrasportandosi già un’ora prima, sfruttando l’occasione per conoscere meglio gli altri iscritti all’unConference e provare la dimensione vocale – dal settare i volumi al “testare” le regole della presa di parola in questa condizione di esperienza particolare – che ha permesso, sorprendentemente, piacevoli chiacchierate di gruppo.
Mario Gerosa ha tenuto una impeccabile conversazione informale su “Una nuova estetica per l'arte e l'architettura virtuale” introducendo i presenti all’interno delle forme estetiche dei metaversi e muovendosi tra videogame, arte concettuale, figurativo digitale e mostrando interessanti omologie con forme artistiche della Real Life.
La proposta centrale è però che “I parametri di SecondLife sono ancora da definire, quindi non riusciamo a definire l’unicità di questo mondo. Dovremmo sforzarci di non farli diventare copie del mondo in cui viviamo” e quindi dovremmo “definire parametri estetici nuovi: non applicare quelli della RealLife”.
Al di là delle performance e delle installazioni l’arte in SecondLife mostra interessanti percorsi nell’arte figurativa- come nei lavori di Marco Manrey, presente all’incontro - e nell’Avatar art, come si poteva osservare nella ricerca stilistica di molti degli avatar presenti.
Molti, si, perché l’unConference limitata a 15 avatar iscritti ha trasgredito alle regole – pura precauzione per la tenuta del mondo – e ha avuto una permanenza di 30 attenti partecipanti, con continui passaggi di avatar teletrasportati dai presenti che chattavano in IM con gli amici raccontando loro l’evento.
Chi era lì si è dimenticato di SecondLife come strumento e l’attenzione massima è stata per i contenuti, come hanno dimostrato le domande e i commenti in chat vocale e i tanti commenti di gruppo – purtroppo non pubblici – di chi come me ha avuto almeno sei conversazioni parallele interessantissime con altrettanti avatar.
L'esperienza della unConference ha dimostrato che è possibile lavorare sulle idee conversando in gruppo ed integrando la dimensione vocale con la chat e la slide presentation in modo efficace.
Ero indecisa se scrivere un post sulla mia prima esperienza di partecipante a una conferenza in SL, quella di Mario Gerosa. Mi aggancio al post di Giovanni, che forse è meglio.
Ho notato una strana dissonanza, tra l'oggetto della conferenza - arte e estetica in sl - e la qualità estetica e visiva, ma anche e soprattutto percettiva, di sl come ambiente complessivo. Second life si presenta ancora, credo, come luogo molto convenzionale, dove se un salto è possibile, non si è ancora compiuto. Né estetico né concettuale. Con una significativa eccezione, mi pare, che riguarda il lavoro (simbolico prima ancora che estetico) sull'immagine di sé, che sl costringe a costruire (costringe, e di fatto consente di costruire altrimenti).
Il dato meno convenzionale della conferenza, sempre secondo la mia osservazione molto personale, era dunque l'aspetto dei partecipanti, degli avatar, che mi hanno fortemente distratto durante tutta la conferenza, sia con la loro irrequietezza (non tutti, alcuni), sia e soprattutto con la loro violenta presenza fisica, visiva. Il corpo, il suo aspetto, è sicuramente l'ambito di sperimentazione più esplicita, e non è obbligatorio essere artisti. Qui c'è una dimensione simbolica che credo sarebbe interessante focalizzare meglio.
Mentre Mario Gerosa parlava e scorrevano le sue slide, mi immaginavo un parallelo con un'aula universitaria (di cui faccio quotidiana esperienza). Le chiacchere di lato sono anche queste in fondo molto convenzionali (e ben vengano), così come forse lo era troppo l'organizzazione dello spazio. Pensiamoci su, un po'. Magari si potrebbe fare un viaggio insieme in sl, dove la conferenza si trasforma in una gita, in un viaggio, il che sfrutta anche una componente di sl che mi pare evidente e potente: quella ludica. Che non è mai secondaria nell'apprendimento, nemmeno in quello più convenzionale.
Scritto da: Roberta | ottobre 27, 2007 a 04:45 p.
La questione delle ridefinizione delle forme estetiche è sicuramente la "parola problema" per quanto riguarda l'arte in SL. Se SL va considerato un ambito di produzione della comunicazione e dell'immaginario del tutto autonomi rispetto a quelli della società (e dei media),allora prima o poi dovrebbero emergere dei "canoni" ad hoc. Da quello che ha mostrato e commentato Gerosa si direbbe il contrario. Io ho provato a rifletterci un po' su nel mio novello blog http://incertezzacreativa.wordpress.com.
D'accordo con Roberta sulla tentazione a sovraesporsi attraverso i propri avatar, che non a caso lo stesso Gerosa, considera gli oggetti privilegiati dell'eleborazione estetica di SL. E non è neanche un caso forse che nel testo "Second Life" alla voce "performance" non si parli di arte ma di "prestazioni".
Scritto da: laura | ottobre 27, 2007 a 10:02 p.
Più precisamente qui: http://incertezzacreativa.wordpress.com/2007/10/26/arte-in-sl-note-sull'incontro-con-gerosa-all'unacademy/
Scritto da: laura | ottobre 28, 2007 a 06:54 p.
@Roberta: la forma dell'unConference cerca di sposare la localizzazione alla condivisione secondo una metafora che è quella dell'incontro di un gruppo con tema guidato da un'esperto invitato. Anche io sono per sperimentare nel tempo -leggi: quando si consolida l'esperienza - forme maggiormente connessa alla metaterritorialità di SecondLife: in fondo perchè mostrare ad esempio una slide di un'architettura quando la si può percorrere assieme?
@Laura: io penso che una delle massime espressioni per ora stia nell'avatar art intesa però come forma di massa, che riguarda il rapporto generalizzato che l'utente crea tra forma personale ed esperienza.
Scritto da: gboccia | ottobre 28, 2007 a 09:32 p.
sull'avatar art: se ne parla anche oggi qui (scaricabile per una settimana): http://www.ilmanifesto.it/oggi/art52.html
@giovanni: infatti ne vorrei parlare, di qualche ipotesi di conferenza in viaggio.
in fondo la caccia al tesoro fatta lunedì (a cui non ho potuto partecipare mio malgrado, visto che ero confinata a Urbino wireless ma chiusa a sl) già ha mostrato l'efficacia di sfruttare l'elemento ludico per sviluppare conoscenze.
Scritto da: Roberta | novembre 01, 2007 a 08:32 p.
@Roberta: credo che occorra lavorare molto su una relazione tra conoscenza e viaggio dell'avatar, insommma: su una forma esperienziale dell'immersione in movimento.
Scritto da: gboccia | novembre 01, 2007 a 11:08 p.